Angelo Maltese amò la fotografia in tutti i suoi aspetti e non privilegiò un tema in particolare. Come emerge dalle foto che compongono il suo vasto archivio e che immortalò con i suoi scatti, eventi, paesaggi, animali e volti. Archivio ancora conservato dai figli Antonello e Renzo, fotografo anch’esso.
Attento indagatore di ogni fatto della vita locale, Angelo Maltese predilesse il mondo della pesca e dei pescatori. Ed è proprio con alcune di queste foto che nel 1988 è stata realizzata una mostra intitolata “C’era una volta una tonnara”, dove sono state esposte le foto della pesca nella tonnara di S. Panagia nei pressi di Siracusa. Esse sono state scattate negli anni ’30, ossia nel momento di maggiore attività della tonnara.
In queste foto si percepisce ciò che l’autore ha provato nell’attimo in cui coglieva i momenti di fatica e di vita scegliendo quella determinata immagine tra le altre che si susseguivano, fissandola e rendendola, così, emblematico ricordo di una situazione e di una storia.
Queste immagini, adesso, rappresentano un prezioso documento che permette di ricostruire gesti che ormai da anni non fanno più parte della nostra quotidianità.
Anche in queste immagini è ben visibile l’animo dell’autore. Angelo Maltese non ha, infatti, fissato i momenti più sanguinosi della pesca del tonno, ma i momenti di una fatica che appare a tratti gioiosa e appagante. Egli dunque proietta nella scena e nell’immagine il suo animo semplice e dolce, la gioia determinata dallo svolgimento delle attività quotidiane. I suoi sono i momenti meno tesi, più lirici di quello che un tempo era più di un mestiere quasi un rito ancestrale.
Il miracolo della lacrimazione della Madonnina in gesso situata sopra il letto di una povera casa è fatto troppo noto per essere oggetto di trattazione in questa sede. Un’occasione unica che certamente Maltese, vista la sua professione e la sua religiosità, non perse di fissare in alcuni scatti entrati ormai a far parte della storia della città. Alcune di queste foto furono pubblicate su alcuni rotocalchi dell’epoca (siamo nel 1953).
Dopo cinque anni dalla prodigiosa lacrimazione venne indetto un concorso internazionale per il progetto di un santuario che ricordasse nel tempo l’avvenimento. Angelo Maltese venne incaricato dalla commissione giudicatrice del concorso di fotografare tutte le migliaia di elaborati in modo che la commissione potesse poi scegliere a tavolino il progetto da approvare. Lavorò per un mese, insieme al figlio Renzo, in condizioni di fortuna in una scuola in costruzione.
Angelo Maltese amò la fotografia in tutti i suoi aspetti e non privilegiò un tema in particolare. Come emerge dalle foto che compongono il suo vasto archivio e che immortalò con i suoi scatti, eventi, paesaggi, animali e volti. Archivio ancora conservato dai figli Antonello e Renzo, fotografo anch’esso.
Attento indagatore di ogni fatto della vita locale, Angelo Maltese predilesse il mondo della pesca e dei pescatori. Ed è proprio con alcune di queste foto che nel 1988 è stata realizzata una mostra intitolata “C’era una volta una tonnara”, dove sono state esposte le foto della pesca nella tonnara di S. Panagia nei pressi di Siracusa. Esse sono state scattate negli anni ’30, ossia nel momento di maggiore attività della tonnara.
In queste foto si percepisce ciò che l’autore ha provato nell’attimo in cui coglieva i momenti di fatica e di vita scegliendo quella determinata immagine tra le altre che si susseguivano, fissandola e rendendola, così, emblematico ricordo di una situazione e di una storia.
Queste immagini, adesso, rappresentano un prezioso documento che permette di ricostruire gesti che ormai da anni non fanno più parte della nostra quotidianità.
Anche in queste immagini è ben visibile l’animo dell’autore. Angelo Maltese non ha, infatti, fissato i momenti più sanguinosi della pesca del tonno, ma i momenti di una fatica che appare a tratti gioiosa e appagante. Egli dunque proietta nella scena e nell’immagine il suo animo semplice e dolce, la gioia determinata dallo svolgimento delle attività quotidiane. I suoi sono i momenti meno tesi, più lirici di quello che un tempo era più di un mestiere quasi un rito ancestrale.
Il miracolo della lacrimazione della Madonnina in gesso situata sopra il letto di una povera casa è fatto troppo noto per essere oggetto di trattazione in questa sede. Un’occasione unica che certamente Maltese, vista la sua professione e la sua religiosità, non perse di fissare in alcuni scatti entrati ormai a far parte della storia della città. Alcune di queste foto furono pubblicate su alcuni rotocalchi dell’epoca (siamo nel 1953).
Dopo cinque anni dalla prodigiosa lacrimazione venne indetto un concorso internazionale per il progetto di un santuario che ricordasse nel tempo l’avvenimento. Angelo Maltese venne incaricato dalla commissione giudicatrice del concorso di fotografare tutte le migliaia di elaborati in modo che la commissione potesse poi scegliere a tavolino il progetto da approvare. Lavorò per un mese, insieme al figlio Renzo, in condizioni di fortuna in una scuola in costruzione.