Angelo Maltese nacque l’8 dicembre 1896 a Modica che in quel tempo era in provincia di Siracusa. All’anagrafe fu denunziato il 13, probabilmente per il trambusto causato in famiglia dalla morte della madre per parto. Questa morte segnerà per sempre la vita del fotografo, come scrisse in una delle sue liriche più struggenti. A soli 19 anni venne chiamato al fronte della grande guerra. Reduce si stabilisce a Siracusa. Nel 1920 apre uno studio fotografico alla Mastrarua (l’attuale via Vittorio Veneto) con un socio: lo studio Miano-Maltese. Il socio va poi a cercare fortuna in America e Maltese mise su bottega da solo. Nel 1924 ottenne dal barone Interlandi Pizzuti l’uso di un angolo del suggestivo giardino del palazzo al numero 1 di Piazza Duomo. Lì trovarono luogo il suo studio fotografico e il padiglione denominato La Fontanina.
Nel 1932 sposa la cugina Maria Maltese di cui nascono due figli: Renzo e Antonello.
Allo scoppiare della seconda guerra mondiale venne richiamato al fronte; a guerra ultimata, tra varie difficoltà, riuscì a tornare a Siracusa e si dedicò nuovamente al lavoro: la fotografia.
Tra i premi e riconoscimenti che ebbe nella sua vita ricordiamo la medaglia d’oro della rivista La donna Italiana nel 1922, il premio della Camera di Commercio di Torino per l’esposizione internazionale di fotografia del 1923 e la recensione di una sua personale di fotografia su la “Revue Moderne Illustre des Arte set de la Vie” di Parigi del febbraio 1927.
Nel 1964 venne nominato cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Morì il 26 gennaio 1978 chiedendo di essere avvolto nudo in un lenzuolo bianco, chiuso in una cassa semplice e deposto nella nuda terra. Perché anche la sua morte fosse semplice così come lo era stata la sua vita.