“È invalso l’uso nelle mostre fotografiche di definire “opere” le fotografie esposte, come per le arti figurative. Io non sono di quest’avviso, ritenendo inopportuno l’accostamento della fotografia alle vere e proprie opere della creazione. La fotografia è per me, non già per quello che so fare io, ma anche per quello che fanno i maggiori in questo campo di attività, un’arte minore. Nulla esclude che a praticarla con alto e nobile intendimento possa essere invogliato un temperamento di vero artista, nel qual caso la fotografia può raggiungere espressioni di stile e poesia, pur rimanendo nell’ambito delle sue limitate possibilità, in opposto alle arti eccelse che non hanno confini e che entrano nel dominio delle cose eterne, pura e inconfondibile espressione del genio e dello spirito umano. A noi è preclusa la via della creazione, ci si offre l’interpretazione davanti alla realtà pura e vibrante del tutto vero, che la nostra sensibilità artistica dovrà saper scegliere, inquadrare e illuminare, luci ed ombre, dal bianco al nero, in un’armonia di linee, di toni, di volumi” (Angelo Maltese 1954).
Angelo Maltese amò la fotografia in tutti i suoi aspetti e non privilegiò un tema in particolare. Come emerge dalle foto che compongono il suo vasto archivio e che immortalò con i suoi scatti, eventi, paesaggi, animali e volti. Archivio ancora conservato dai figli Antonello e Renzo, fotografo anch’esso.
“È invalso l’uso nelle mostre fotografiche di definire “opere” le fotografie esposte, come per le arti figurative. Io non sono di quest’avviso, ritenendo inopportuno l’accostamento della fotografia alle vere e proprie opere della creazione. La fotografia è per me, non già per quello che so fare io, ma anche per quello che fanno i maggiori in questo campo di attività, un’arte minore. Nulla esclude che a praticarla con alto e nobile intendimento possa essere invogliato un temperamento di vero artista, nel qual caso la fotografia può raggiungere espressioni di stile e poesia, pur rimanendo nell’ambito delle sue limitate possibilità, in opposto alle arti eccelse che non hanno confini e che entrano nel dominio delle cose eterne, pura e inconfondibile espressione del genio e dello spirito umano. A noi è preclusa la via della creazione, ci si offre l’interpretazione davanti alla realtà pura e vibrante del tutto vero, che la nostra sensibilità artistica dovrà saper scegliere, inquadrare e illuminare, luci ed ombre, dal bianco al nero, in un’armonia di linee, di toni, di volumi” (1954).
Angelo Maltese amò la fotografia in tutti i suoi aspetti e non privilegiò un tema in particolare. Come emerge dalle foto che compongono il suo vasto archivio e che immortalò con i suoi scatti, eventi, paesaggi, animali e volti. Archivio ancora conservato dai figli Antonello e Renzo, fotografo anch’esso.